Dalla Sabina romana alla Sabina reatina alla scoperta di Palombara Sabina, Nerola, l’Abbazia di Farfa e il Museo dell’Olio di Castelnuovo di Farfa, con diramazione verso le Ville di Tivoli – Sito Unesco
Colline dapprima dolci, cosparse di vigneti e uliveti, poi pian piano cime più aspre ed elevate delineano il paesaggio della Sabina che si estende a nord est di Roma tra questa provincia e quella di Rieti. La Via Salaria, ben poco diversa dall’antica consolare romana che da Roma si inoltrava fino a raggiungere gli Appennini, è solo un esempio del patrimonio storico che questa terra, frutto di storia antica, ancora oggi custodisce: resti archeologici, borghi immersi nel verde, monumentali castelli, chiese, santuari e abbazie.
Un patrimonio che potrà essere scoperto seguendo l’itinerario che ha inizio da Villa Adriana e Tivoli con la storia del grande imperatore Adriano e conduce verso nord est alla scoperta dei borghi di Nerola e Palombara Sabina fino alla pregevole Abbazia di Farfa e a Castelnuovo di Farfa.
Filo conduttore di tutto il viaggio gli olivi e l’olio d’oliva di cui Columella e Orazio già esaltavano le preziose qualità; ancora oggi le aziende portano avanti questa vocazione producendo oli profumati monovarietali con spremitura a freddo e arricchendo l’offerta con prodotti lavorati come: olive in salamoia, paté, sottoli ecc.
Da Roma si raggiunge agevolmente la cittadina di Guidonia che riserva agli amanti della natura la visita al Parco Archeologico dell’Inviolata, istituito nel 1996, con l’obiettivo di conservare un tratto della Campagna Romana, coltivazioni agricole pregiate e attività pastorali della tradizione, insieme ad interessanti macchie residue, reperti archeologici di ville patrizie e resti medievali e preistorici. Al suo interno, tra le aree residue della macchia mediterranea e le distese d’olivi, sono incastonati gioielli quali: la chiesa rupestre d’epoca medievale ed i resti di numerose villae rusticae.
Poco lontano si raggiunge il sito archeologico di Villa Adriana, complesso architettonico di rara bellezza, studiato e preso ad esempio dai più grandi architetti di tutti i tempi, che racchiude in sé lo spirito del suo committente e creatore, l’imperatore Adriano, che volle raccogliere in una villa suburbana i monumenti da lui più amati della romanità e della Grecia, quali: il Pécile, il Canopo ed il sorprendente Teatro Marittimo.
Villa Adriana è stata dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, così come la vicina Villa d’Este, capolavoro del giardino italiano che con un’impressionante concentrazione di fontane, ninfei, grotte, giochi d’acqua e musiche idrauliche costituisce un modello più volte emulato nei giardini europei del manierismo e del barocco.
L’itinerario si addentra quindi nel tipico paesaggio agricolo, dominato dalle forme e dai colori dell’olivo della Sabina romana per raggiungere Palombara Sabina.
La cittadina, che sorge ai piedi del Monte Gennaro, nel Parco dei Monti Lucretili, è un borgo dal tipico tessuto medievale che sale a spirale verso il Castello, fatto edificare dalla famiglia Savelli. Il Castello, che ha subito nel corso dei secoli molte trasformazioni, ha una storia legata indissolubilmente alle casate baronali romane, quali i Savelli e gli Orsini, e a personaggi celebri, come l’antipapa Innocenzo che qui fu arrestato nel 1111 o Benvenuto Cellini che quattro secoli più tardi vi trovò rifugio e persino ai Templari che qui nel 1300, sotto il papato di Bonifacio VIII, furono processati dal Tribunale Ecclesiastico.
Anche Nerola, al pari di Palombara, è dominato dalla mole di un castello, che completamente restaurato è sede di convegni ed eventi. Costruito nel X secolo dai Crescenzi Stefaniani, signori di Palestrina, il Castello Orsini si contraddistingue per la sua pietra grigio-bianca che domina le case che si stringono intorno ai tortuosi vicoli.
Nel territorio dell’alta Sabina, dopo i suggestivi borghi di Poggio Moiano e Poggio San Lorenzo, si giunge a Fara Sabina, un borgo dal fascino medievale con le vie tortuose e strette che si aprono su piccoli cortili mentre qua e là si innalzano palazzi gentilizi. La storia del paese di Fara e della sua rocca è strettamente collegata con quella della vicina Abbazia di Farfa.
Il centro religioso, fondato nel VI secolo, fu uno dei maggiori poli culturali e politici del Medioevo. Persino l’imperatore
Carlo Magno vi soggiornò durante il suo viaggio a Roma per ricevere l’investitura imperiale dal Papa e nel 775 gli concesse il privilegio dell’autonomia da ogni potere civile e religioso, privilegio che permise all’Abbazia di svilupparsi e di arricchirsi di nuovi possedimenti, e di diventare una delle più importanti e potenti abbazie dell’Italia Centrale.
L’abbazia si presenta oggi al turista racchiusa entro una cinta muraria fortificata con un piccolo borgo medievale, con caratteristici palazzetti quattrocenteschi e cinquecenteschi, ed interessanti chiese come la Collegiata dedicata a S. Antonino.
Merita senza dubbio una visita anche Castelnuovo di Farfa, sito tra il fiume Farfa ed il torrente Riana, e nato probabilmente come presidio fortificato dell’Abbazia. Il borgo mantiene inalterato il suo carattere medievale. Da vedere due palazzi di notevole interesse: Palazzo Simonetti e Palazzo Perelli, che ospita attualmente il Museo dell’Olio della Sabina, dove un pregevole allestimento artistico-documentale permette di permearsi della grande cultura dell’olio.