Nei comuni di Canino, Arlena di Castro, Cellere, Ischia di Castro, Farnese, Tessennano ed in parte in quelli di Tuscania e Montalto di Castro si produce quest’olio antico che ha ottenuto l’iscrizione nel registro europeo nel 1996, con Regolamento (CE) n. 1263/96.
Su questi terreni di origine vulcanica gli Etruschi erano dediti alla coltivazione dell’olivo ma, solo a metà del secolo scorso, l’olivicoltura locale conobbe un notevole sviluppo grazie alla riforma fondiaria, con cui i terreni appartenenti al principe di Torlonia vennero espropriati e ripartiti fra i contadini e alla costituzione dell’oleificio sociale cooperativo.
Dalle varietà Canino e cloni derivati, Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio, presenti negli oliveti da sole o congiuntamente fino al 100% (possono concorrere altre varietà in misura non superiore al 5%) si ottiene un olio dal colore verde smeraldo con riflessi dorati, odore fruttato e sapore deciso con retrogusto amaro e piccante.